Arriva un momento, nell’esperienza di un viaggiatore, in cui si vuole percorrere la Transiberiana, quell’impressionante linea di ferro che per quasi 9000 chilometri attraversa due Continenti, permettendo di solcare (senza la furbata di un volo aereo), l’intera Federazione Russa, da Mosca a Vladivostok, dal cuore dell’Europa proiettata verso il Mediterraneo, alle sponde del Mar del Giappone, sferzate dalle onde dell’oceano più lontano che si possa raggiungere. Perché questo irresistibile richiamo?
Se si riavvolge il nastro dall’inizio, è probabile che la passione per i viaggi sia nata quando, per la prima volta, si è stati condotti (da altri) in una meta così bella da far scoprire che allontanarsi dal confortante giardino di casa, esponendosi all’ignoto, può regalare grandi soddisfazioni. Andando avanti, si è maturata la voglia e la capacità di ideare e organizzare trasferte per conto proprio, fino a quel punto in cui si prende coscienza del piacere per il viaggio in sé, per “l’arte del partire”, verso mete sempre più esotiche, lontane, meno battute da tutti gli altri, più autentiche.
È così che, ad un certo punto, si arriva alla Transiberiana. Perché è un itinerario romantico, narrato dagli avventurieri, complesso da pianificare ed insolito. La Transiberiana conduce alla “Frontiera”, quella meta immaginaria che ogni esploratore sogna di raggiungere.
Io ho percorso, in un viaggio solitario diviso tra la Russia ed il Giappone, la Transiberiana “europea”, da Mosca a Ekaterinburg, fermandomi al cospetto degli Urali. Per quello che ho visto, potrei elencare decine di luoghi che meritano probabilmente di essere su un gradino superiore della classifica, migliori di chilometri di sconfinata (e a volte sconfortante) foresta russa. Ma non è questo il punto. Il significato di questo viaggio su fredde rotaie d’acciaio è contenuto in sé, nell’incredibile ed inspiegabile emozione che si prova al binario, all’imbrunire, aspettando il proprio treno, tra giovani coscritti in attesa di raggiungere qualche base sperduta in Siberia, uomini che si ingollano di birra e vodka per non sentire il peso della notte, famiglie di razze diverse che con le loro scatole di cartone vanno verso Oriente e arriveranno a destinazione dopo giorni, chissà dove, chissà perché. La Transiberiana conduce alla “Frontiera”, e vale la pena saltare su quel treno!
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