Giungla urbana

La giungla. Un intricato sistema vegetale che rende difficile spostarsi ed orientarsi. Dove organismi combattono, convivono, condividono. Il sole sorge e tramonta. Luce e oscurità, gelo e calore. L’uno attiva le azioni di alcuni esseri, l’altro l’impedisce di altri. Il caos, eppure tutto è in equilibrio.

Cosi è l’architettura urbana di un’odierna, grande città, cresciuta in confusione tra le pieghe della terra, strada che si lega a un’altra strada, cemento su cemento. Esseri che la popolano, calpestano e usano ogni giorno ed ogni notte.

Mi piace, osservare la giungla urbana. Rintracciare i segni della città che respira, di coloro che ci corrono sopra, dell’energia che vi scorre attraverso, dei colori, degli odori, delle luci e delle ombre.

Osservo un treno della metropolitana muoversi come un bruco nelle viscere del terreno, assalito da centinaia di esseri vogliosi di scroccargli un comodo passaggio. I segni che porta addosso disvelano il trascorrere del tempo e dei suoi innumerevoli passaggi tra le radici della giungla urbana, che sopra vive nel suo caos.

Formiche. Operose, veloci, disciplinate. Ciascuna ha un compito. Qualcuna non ha bisogno di usare le mani. Non deve sporcarsi. Fornisce alle altre l’utilità del proprio intelletto. Ognuno ha la sua posizione, nel vasto formichiere.

Il nuovo si alterna al vecchio, il sano al malato, il forte al debole. Qualcuno semplicemente sopravvive, assiepato tra i segni di ciò che è andato avanti, mentre inseguiva qualcosa di molto più semplice.

Piedi, per solcare strade, superare ponti, saltare su un treno, una macchina, pedalare, evitare un ostacolo, schiacciare il mozzicone di una sigaretta. Vivere nella giungla urbana. Può essere un colore, una forma, un tessuto. Il modo di vestirli, o di muoverli. Calmi, agitati, stanchi, fermi o nevrotici. Piedi, che possono dire qualcosa di un incontro occasionale.

Lucchetti. Suggellano amori. Rendono eterni i momenti. Cingono promesse. Acciaio che si aggrappa al metallo. Di ferro e di aria, i sogni degli innamorati, che si confondono tra le maglie della giungla urbana.

Perché corri? Dove può arrivare un essere umano? Quanto veloce arriverà alla sua destinazione? Muovi il cervello. Fai correre l’ingegno. Inventerai strumenti che non credevi di poter immaginare. Supereranno i limiti che erano insuperabili. Fermati.

 

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