Si, ma cosa vuol dire? L’hanno scritto in tanti, lo penso spesso, ma cosa importa? Eppure, mi fa riflettere. Come nella meditazione: concentrati sul tuo respiro, osservalo. “Osservare il respiro”…come è possibile? Eppure esiste, quella sensazione, che ti porta da qualche parte, dentro la tua stessa mente. Una mente nomade, piena di strade, incroci, vicoli ciechi. Bisognosa di nuove dimensioni, di vagare tra ciò che le risulta ignoto. L’importante è il movimento, davvero. Ti porta avanti, da qualche parte. Fisicamente, figurativamente, dipende. Ma ti fa scoprire comunque qualcosa, dentro o intorno a te.
Si parte. Non è mai la stessa cosa. Non è andare da casa all’ufficio. La stessa strada, lo stesso traffico, gli stessi rumori, i gesti. Quando parti invece trovi sempre una cosa nuova, piccola o immensa. Ci sarà, ti darà un’ispirazione, un’emozione, un pensiero. Qualcosa.
Sto volando sopra le Alpi, e medito. Quante volte l’ho già fatto, eppure tra quelle cime innevate scopro qualcosa di nuovo. Una pista da sci già illuminata al tramonto, una forma della roccia che sovrasta una valle, il segno dell’uomo che la abita, circondato dalla grandezza della natura. Un’occasione per riflettere, immaginare una vita diversa in quei luoghi, lontano dalla città, o desiderare una vacanza sugli sci, o semplicemente osservare i piaceri che la vista mi sta regalando in questo momento.
Questo è il viaggio. Apprezzare ciò che si incontra durante il movimento, che si manifesta nella propria mente, che emoziona. Ti porta avanti, ti regala qualcosa che non potevi conoscere. La mèta interrompe quel flusso, segna un prima e un dopo, ma ciò che importa è il durante. Lì, la mente nomade trova la propria sublimazione. Esisteva un tempo passato, una strada sempre uguale. Ora ne sto attraversando una nuova. L’inaspettato è la regola, non l’eccezione.